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Accordo Emirati Arabi-Italia: più vicina l'estradizione

Aggiornamento 27.02.2018
Il Consiglio dei Ministri tenutosi il 22 febbraio 2018 ha approvato il Trattato di cooperazione Giudiziaria e di estradizione con gli Emirati Arabi. Tale accordo dovrà in seguito essere ratificato dal nuovo Governo in seguito alle elezioni del 4 marzo per diventare operativo a tutti gli effetti.
Il commento del deputato Pd Davide Mattiello, da tempo sostenitore del provvedimento: «Un altro passo che va nella direzione giusta. Ringrazio il Presidente del Consiglio Gentiloni e il Ministro Orlando: ora sarà anche possibile porre fine alle latitanze spudorate che si consumano negli Emirati alla luce del sole. Proprio ieri la presentazione a Roma della relazione finale della Commissione Antimafia metteva in evidenza come i rischi più seri alla tenuta dell’ordinamento democratico del nostro Paese arrivino da mafie ed organizzazioni segrete capaci di muoversi con disinvoltura su scala internazionale, anche grazie alla complicità di professionisti altolocati. Sicuramente gli Emirati Arabi sono diventati, loro malgrado, uno snodo essenziale per questo genere di criminalità organizzata e l’assenza di un Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione ha fino a qui reso molto difficile per le autorità italiane intervenire. Il passaggio in Consiglio dei Ministri è il segnale che in tanti aspettavamo, pur sapendo che non siamo ancora all’ultima tappa».
 
Risale al 2015 il trattato di estradizione tra Emirati Arabi e Italia, e sembra che le cose stiano andando verso una sua entrata in vigore. A quanto pare le due parti hanno firmato un passaggio normativo comune in tema di pena di morte, quindi non oggetto di ratifica da parte italiana.
Tale intesa, frutto della missione ad Abu Dhabi del ministro degli Esteri Alfano, apre la strada al rientro in Italia dei latitanti rifugiatisi nel Golfo. È emerso dai media degli Emirati che molti pregiudicati italiani rischiano ora l’espulsione dal Paese al fine di creare una «comunità più sicura», dopo che questa era diventata rifugio per molti criminali esteri.
La Farnesina spiega che l’accordo elaborato «subordina in maniera stringente» la concessione dell’estradizione alla non applicazione della pena di morte (quando prevista dalla legislazione emiratina). In questo modo si riescono a superare gli ostacoli normativi italiani così da far partire l’iter parlamentare di ratifica del trattato nella nuova legislatura subito dopo il voto previsto per il 4 marzo.
Molti sono gli italiani con problemi con la giustizia che vivono a Dubai, come riporta l’Ansa: si pensi a Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, per il quale è stata emessa un’ordinanza di arresto per riciclaggio; Raffaele Imperiale, in fuga da gennaio 2016; Andrea Nucera, accusato di presunti abusi in una lottizzazione; Amadeo Matacena, ex parlamentare di Forza Italia condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa; Samuele Landi, ex ceo di Eutelia, condannato in primo grado a nove mesi per il crac della società.
 

Fonte: IlSole24Ore
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