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Avvocati e Social Media: prossimamente in Italia

Da una ricerca promossa da ABA, American Bar Association, si rileva lo stretto legame esistente tra impiego dei social media e sviluppo delle attività degli studi legali che hanno scelto il digital marketing per creare buzz (cioè intensificare il passaparola tra i clienti con un processo spontaneo di scambio di informazioni ed esperienze relative a una marca, un prodotto e anche un professionista) che fa crescere la notorietà e la conoscenza di un avvocato nel caso specifico.

Perché questa scelta, che comporta un investimento in termini di tempo, da parte degli avvocati Usa? La risposta è semplice: perché hanno un ritorno che si misura in nuovi clienti e sviluppo delle attività. Il successo non arriva perché si ha un sito, ma perché il sito è il perno su cui si fa leva per dare visibilità al professionista e stabilire contatti con i possibili clienti.

Negli Usa il 62% dei grandi studi e il 78% degli avvocati indipendenti hanno almeno un social network con lo scopo di favorire la loro carriera (75%), accrescere la notorietà (50%) e aumentare i clienti (44%).

Questa attività “social” ha portato clienti al 35% degli avvocati. Ciò significa che chi si impegna con costanza e serietà nei social media ottiene traffico, prima , e visite ripetute e passaparola, poi. Solo buoni contenuti permettono di centrare i due obiettivi indicati sopra.

Il blog risulta essere uno strumento molto valido per ottenere clienti: 39% dei legali hanno ottenuto clienti grazie al loro blog. Però “bloggare” richiede tempo. Per questo motivo il blog è diffuso presso i grandi studi (24%) e meno tra gli avvocati indipendenti (solo 8%). Nel complesso le attività social impegnano un avvocato per quasi 4 ore settimanali, 1,7 ore per i social media e 2,1 ore per gestire il blog. Nei fatti gli avvocati italiani dovrebbero dedicare il venerdì pomeriggio a queste attività.
Il blog è diffuso soprattutto tra gli avvocati che esercitano nelle seguenti aree:

– Diritto del lavoro 29%
– Cause civili (litigation) 25%
– Diritto commerciale 25%
– Diritto di famiglia 21%

Per diffondere il blog, ma anche altre iniziative come seminari, convegni e note informative, è indispensabile disporre di un data base e automatizzare le operazioni di invio. Per esperienza sono portato ad affermare che spesso il database manca e la sua assenza rappresenta un handicap per molti studi per il sovraccarico di lavoro è costruzione di mailing e invio a blocchi dei messaggi email – richiesto per singola iniziativa.

Sarebbe interessante avere un’analoga ricerca sui 250 mila avvocati iscritti agli ordini. Al momento l’attività di marketing legale in Italia registra un ritardo con le conseguenti barriere all’entrata per molti giovani, anche quelli con brillanti risultati nel corso degli studi universitari. Il fenomeno non è così evidente se ci si ferma al confronto dei dati riportati nella seguente tabella:

Cosa si trova nei siti degli studi legali:
Usa Italia*
Profili avvocati 97% 60-70%
Articoli e presentazioni 62% 20-30%
Comunicati stampa 54% 1-5%
Link a social media 41% 40-45%
Form per contatti 15% 80-90%
(*) Dati calcolati su uno scampolo di siti internet di studi legali

I dati relativi ai siti web degli studi legali italiani non mostrano il reale ritardo. Lo “scampolo”, su cui si basano i dati relativi all’Italia, dice che il 24% dei siti ha un blog, ma questo è quasi sempre presentato nella pagina news, e il 16% ha una newsletter che spesso si esaurisce in una breve comunicazione su novità riguardanti le normative e in altri casi si tratta di una semplice circolare informativa. Da qui si può trarre la conclusione che gli avvocati italiani non investono un pomeriggio alla settimana per aggiornare e arricchire il loro sito, come fanno i colleghi statunitensi. Non è infrequente incontrare siti italiani statici che ai visitatori appaiono come una vetrina allestita dieci anni addietro e mai rinnovata.

Immagine: Meruscase.com

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Vladimiro Barocco

Vladimiro Barocco, Consulente CMC emerito (Socio APCO n.ro 1994/2088), partner di Studio Centro Marketing. È anche autore di Marketing per l'avvocato e lo studio legale, ed. Franco Angeli.

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