Bambino faccia al muro: quando la punizione diventa condanna

Ascoli Piceno. Scuola dell’infanzia.
Condannate a due mesi di reclusione, pena sospesa, due maestre colpevoli di aver messo un bambino vivace, seduto sul banco a mangiare solo, viso rivolto al muro.
Modo legittimo di calmare i piccoli dai tre ai cinque anni in una classe numerosa o abuso dei mezzi di correzione o di disciplina?
Il Giudice deve avere ritenuto trattarsi di un episodio unico con le maestre mosse da intenti educativi, che altrimenti si sarebbe trattato del più grave reato di maltrattamenti. Inoltre nessuna lesione del piccolo è stata accertata, che altrimenti il reato sarebbe stato aggravato e la pena maggiore. Cosa è accaduto, allora?
Le maestre hanno tradito la finalità educativa della loro azione e posto in pericolo la salute psichica del bambino con un’azione capace di cagionare nel bambino turbamenti (stato d’ansia, insonnia, depressione, disturbi del carattere e del comportamento).
Mettere un bambino a mangiare da solo sul banco faccia al muro, forse in un diverso contesto socio-culturale poteva considerarsi ordinario strumento di correzione, ma la coscienza sociale attuale è mutata.
Il bambino non è più semplice oggetto di cure e attenzioni, bensì egli stesso è persona titolare di diritti e pertanto ogni condotta mortificante la sua dignità è inaccettabile.

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