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Cassazione: indagini incomplete, annullata condanna per disturbo del riposo

Un nuovo caso riapre il costate dibattito circa il disturbo provocato dagli animali domestici. La Corte di Cassazione, con sentenza n. 16677/2018, ha annullato una precedente decisione presa dal Tribunale, il quale condannava per disturbo del riposo delle persone il proprietario di tre cani che, soli nel terrazzo, abbaiavano tutta la notte. Un verdetto giudicato frettoloso e mancante delle opportune verifiche.
Verissimo che il reato può configurarsi anche nel caso in cui il fatto avvenga in una sola notte, però mancano alcuni elementi che i giudici di prima istanza avevano (non si sa se per scelta o meno) trascurato. Per esempio non era stato considerata la presenza o meno di rumore di fondo, la quale può fare la differenza quando si tratta di percezione dello stesso, la maggiore o minore densità abitativa dell’area, la potenzialità delle immissioni sonore o la stazza degli animali, in quanto può influenzare l’intensità del rumore prodotto. Un dato che ha colpito i giudici di Cassazione è stato il numero delle persone che sporse denuncia: si tratta di una coppia, proprietaria di un appartamento confinante con il proprietario dei cani.
Le indagini eseguite, come è facile intuire, hanno preso in considerazione solo il lato temporale, fatto che ha decretato il definitivo annullamento senza rinvio della sentenza.
Una curiosità: la notte in cui i cani avrebbero disturbato il vicinato risale al 2011; anche senza l’annullamento decretato dai giudici di Cassazione, il padrone dei cani se la sarebbe comunque cavata in quanto il reato sarebbe caduto in prescrizione.
Riflettiamoci quando si parla di lentezza della giustizia. e dell’opportunità, o meno, di avviare una causa.
 

Fonte: IlSole24Ore
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