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Danni da custodia: in quali casi il condominio è chiamato a rispondere?

Prima di addentrarci nella selva oscura della legislazione relativa al condominio, il punto di partenza risiede nella definizione di questo istituto.
Per condominio si intende una tipologia particolare di comunione giuridica in cui coesistono parti di proprietà esclusiva accanto a parti di proprietà comune.
Avendo fatto maggiore chiarezza, è ora possibile analizzare il caso di specie, ossia la sentenza n. 4866/2017 del Tribunale di Milano, la cui controversia vede un’anziana signora convenire in giudizio il suo condominio, chiedendo il risarcimento dei danni per una caduta, e le conseguenti lesioni, occorsa al seguito di «sconnessioni della pavimentazione non visibili per la scarsa illuminazione».
Detto che l’art. 1117 del codice civile ricomprende le scale come parte comune del condominio, è necessario ora chiedersi come possa configurarsi la responsabilità per danni da custodia in capo a quest’ultimo.
Disciplinato dall’art. 2051 del codice civile, la sentenza n. 11061/2011 della cassazione sottolinea come « il custode, al fine di superare la presunzione di responsabilità, ha l’onere di provare il caso fortuito, inteso nel senso più ampio di fattore idoneo a interrompere il nesso causale e comprensivo del fatto del terzo o dello stesso danneggiato».
Nel caso concreto la diligenza dell’attrice non è a un livello così infimo da interrompere il nesso eziologico tra fatto ed evento, essendo una signora di età avanzata ed essendo il terreno «interessato non da una singola irregolarità ma da numerose buche».
Ab astrascto, invece, quando può essere considerato responsabile il condominio ex art. 2051? Il suo onere  si configura non solo qualora non riesca ad appurare che vi sia responsabilità del danneggiato ma anche quando  la cosa custodita abbia una potenzialità dannosa intrinseca.
Ne deriva quindi una responsabilità talmente ampia del condominio da costringerlo a una manutenzione puntale e continuativa, al fine di evitare giudizi la cui soccombenza è molto spesso certa.

Leggi il testo integrale – Tribunale di Milano, Sentenza n. 4866/2017

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Michel Simion

Dottore in Giurisprudenza, Università degli Studi di Verona. Tesi in diritto costituzionale giapponese, appassionato di letteratura asiatica.

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