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Firmata la convenzione su tutela beni culturali

Firmata a Strasburgo la Convenzione COE finalizzata al contrasto del traffico illecito di beni culturali con strumenti di diritto penale. Un insieme di norme che si prepone l’obiettivo di contrastare una forma di traffico sempre più utilizzata come forma di finanziamento dalle organizzazioni terroristiche transnazionali.
Cooperazione internazionale come chiave di volta, vista anche la grande vulnerabilità dei siti storici e archeologici messa in evidenza dai recenti fatti accaduti in Iraq e Siria. Occorre quindi preservare il patrimonio culturale, in quanto testimonianze di culture, identità dei popoli e valori democratici.
La nuova Convenzione va a prendere il posto della Convenzione di Delfi del 1985 (European Convention on Offences relating to Cultural Property), mai entrata in vigore perché mai ratificata da alcuno Stato membro.
Essa si prefigge di essere un unico trattato dedicato specificatamente all’incriminazione del traffico illecito di beni culturali e stabilisce diverse infrazioni penali tra cui furto, scavi illegali importazioni ed esportazioni illegali e l’acquisizione e la commercializzazione dei beni così ottenuti. Inoltre, vengono riconosciuti come reati la falsificazione di documenti e la loro distruzione o danneggiamento.
Questa volta, l’Italia è uno dei primi Paesi a firmare la Convenzione, insieme a Grecia, Portogallo, Cipro, Slovenia, Armenia, Ucraina e San Marino. Tra i firmatari compare anche il Messico, essendo il testo aperto alla firma di tutti i Paesi del mondo.

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Redazione interna sito web giuridica.net

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