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Laurea e lavoro: la condizione italiana

L’ultimo rapporto presentato dall’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) presenta una sezione molto eloquente in tema di giovani laureati e loro rapporto col mondo del lavoro. Una materia molto delicata che in Italia presenta sia aspetti positivi sia negativi.
A quanto risulta dai dati raccolti, confermati anche dalla classifica Ocse, il tasso di occupazione della fascia d’età 25-34 anni con diploma di istruzione terziaria si assesta al 64,3% (a fine 2016); il che ci porta al 33° posto su 33 Paesi totali. Austria, Francia, Germania e Regno Unito sono distanti da noi ben 20 punti, e meglio di noi fanno anche Grecia e Turchia.
Il rapporto di occupabilità degli stessi laureati rispetto al resto dei coetanei, invece, presenta un dato positivo: l’Italia si assesta a un 1,07, non lontano dalla media Ocse dell’1,10 (e sopra a Austria e Inghilterra).
Un’altra analisi interessante riguarda i dati Eurostat che mettono a confronto due fasce d’età, 25-29 e 30-34, entrambe in possesso o di diploma o di laurea. Emergono tre conclusioni:

  1. il trend è in miglioramento per entrambi i tipi di istruzione;
  2. i laureati lavorano più dei diplomati;
  3. sebbene si tratti di dati positivi soprattutto tra i laureati (57,1% di occupati 25-29 e 77,3% tra i 30-34), il nostro trend è comunque inferiore di 18 e 10 punti rispetto alla media europea.

A livello nazionale, invece, gli squilibri territoriali si fanno sentire non poco. Nel meridione risulta più difficile entrare nel mondo del lavoro: lavora a tempo indeterminato, con contratti di collaborazione, prestazione occasionale o borse di studio/lavoro il 47,7% dei possidenti diploma di laurea di primo o secondo livello; le laureate, stesse tipologie di contratto, lavorano nel 52,9% dei casi.
Le facoltà che più aiutano a trovare lavoro sono quelle del ramo Medico, Scientifico e Ingegneria per quanto riguarda le lauree di primo livello (72,8%, 69,9% e 65,8%) e Ingegneria, Chimico-farmaceutico e Medico per il secondo livello (82,7%, 81%, 80,4%).

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