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L’omissione nel reato di uccisione di animali

Una signora, dopo aver investito accidentalmente un gatto nel corso di una manovra alla guida di un’autovettura, ometteva di prestargli le dovute cure. Non solo. Ella senza giustificato motivo impediva agli astanti di accedere all’interno del cortile ove si era verificato l’evento al fine di recuperare il gatto e trasportarlo presso un veterinario, così cagionandone la morte.
Il gip di Busto Arsizio dichiarava di non doversi procedere perché il fatto non sussiste in ordine al reato di maltrattamento di animali.
Preso atto che l’art. 544 c.p. bis stabilisce che «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è condannabile per maltrattamento di animali», non si capisce come il comportamento della convenuta non sia imputabile.
Avverso la sentenza proponeva ricorso il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte territoriale per violazione di legge.
Il discorso viene quindi spostato dal piano etico a quello giuridico, non essendoci moralmente nulla da aggiungere al sadico comportamento della convenuta.
Ad avviso del Procuratore il gip avrebbe dovuto restituire gli atti alla Procura per una diversa qualificazione del fatto, considerazione confermata dalla Cassazione Penale secondo cui «la condotta attribuita all’imputata, concretatasi in particolare nell’aver impedito alle astanti di accedere nel cortile per recuperare il gatto, con il suo conseguente abbandono dell’animale a un’inevitabile morte, integra oggettivamente e soggettivamente, anche per quel che concerne il requisito della crudeltà, il fatto previsto e punito dall’articolo 544 bis c.p.».
Non si tratta di maltrattamento; il reato configurabile è quello di uccisione di animali a causa di condotta omissiva, secondo il combinato disposto del succitato articolo 544 bis c.p. con l’articolo 40 c.p.

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Michel Simion

Dottore in Giurisprudenza, Università degli Studi di Verona. Tesi in diritto costituzionale giapponese, appassionato di letteratura asiatica.

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