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Riforma assegno divorzio: si arriverà al dunque?

Sembra che le cose si stiano sbloccando per il Provvedimento riguardante «Modifiche all’articolo 5 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di assegno spettante a seguito di scioglimento del matrimonio o dell’unione civile». Nonostante fosse stato depositato a Montecitorio il 27 luglio scorso ad opera della presidente della Commissione Giustizia Donatella Ferranti (Pd) a seguito della sentenza 11504 di Cassazione che ha rivoluzionato i parametri dell’assegno di divorzio, il testo è stato inserito in commissione Giustizia solo giovedì 5 ottobre con relazione della stessa Ferranti.
«Un intervento del legislatore è assolutamente necessario – spiega la Ferranti – per ridare certezza ai cittadini in un campo così delicato come quello dei diritti di famiglia», in quanto «la recente sentenza della Corte di Cassazione […] ha nettamente superato il criterio del mantenimento del tenore di vita in costanza di matrimonio affermando che l’assegno che spetta all’ex coniuge va concesso solo se non è in grado di mantenersi».
Stando al testo, nel momento della determinazione dell’assegno si chiederà al giudice di valutare svariate variabili tra cui:

  • condizioni economiche dei coniugi post-divorzio;
  • la durata del matrimonio e i motivi che hanno portato allo scioglimento;
  • l’apporto dato alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio;
  • il reddito di ciascun coniuge;
  • l’impegno di cura dei figli.

Inoltre, tali fattori verrano presi in considerazione anche nel caso di scioglimento di unioni civili.
Un tema di stretta attualità, quindi, il cui intento, continua Ferranti, «è quello di fornire criteri chiari che in concreto possano tutelare il coniuge debole. Alla luce del mutato contesto socio-culturale e dell’evoluzione degli istituti familiari, occorre che il legislatore fissi principi equilibrati, che non siano punitivi nei confronti del coniuge tenuto all’assegno e al contempo non penalizzino il coniuge più debole che, spesso per scelta comune, ha dedicato energie di lavoro e prospettive professionali all’ambito familiare».

fonte: Ansa.it
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