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È possibile erogare un intero corso universitario in lingua straniera?

È universalmente riconosciuto che l’inglese sia la lingua della scienza; dovrebbe quindi stupire che il Politecnico di Milano predisponga un intero corso di laurea in lingua inglese? Per un gruppo di docenti la risposta è sì, tanto da richiederne l’annullamento.
Il TAR della Lombardia, con sentenza n. 2013/1348, diede ragione ai ricorrenti, riconoscendo in particolare che «vi è un contrasto con l’articolo 6 Cost. laddove viene prevista l’obbligatorietà della lingua inglese a scapito della centralità della lingua italiana».
La sentenza lascia perplessi, tanto da portare l’Università ad appellarla dinanzi al Consiglio di Stato, evidenziando come «non è dato rinvenire alcuna marginalizzazione della lingua italiana, che resta utilizzata nei corsi di laurea triennale e, quindi, nella maggior parte dei corsi di studio del Politecnico». A suffragare le proprie ragioni, il Politecnico  evidenzia di aver semplicemente attuato quanto stabilito dalla legge 240/2010 (c.d. Riforma Gelmini), laddove viene previsto «il rafforzamento dell’internalizzazione universitaria anche attraverso corsi di studio erogati in lingua straniera».
Nonostante la ragionevolezza di questa argomentazione, la sentenza n. 617/2018 del Consiglio di Stato non si è discostata dal precedente grado di giudizio, attraverso argomentazioni ancora più discutibili: da un lato un corso interamente in inglese «impedirebbe di raggiungere “i gradi più alti degli studi” a coloro che pur meritevoli non conoscano la lingua»; dall’altro «potrebbe essere lesiva della libertà d’insegnamento, incidendo  significativamente sulle modalità con cui il docente è tenuto a svolgere la propria attività, sottraendogli la scelta sul come comunicare con gli studenti».
Senza inoltrarsi troppo in questa nebbia giurisprudenziale, sorge immediatamente una domanda: quanto può essere considerato meritevole uno studente che nel 2018 non conosce l’inglese?

Leggi il testo integrale – Tar Lombardia, sentenza n. 1348/2013

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Michel Simion

Dottore in Giurisprudenza, Università degli Studi di Verona. Tesi in diritto costituzionale giapponese, appassionato di letteratura asiatica.

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